lunedì 13 luglio 2015

Citazione del giorno: Mark Rothko, "Tutta l’arte è in rapporto con la morte"

Markus Rotkowics, noto come Mark Rothko (Daugavpils, 25 settembre 1903 – New York, 25 febbraio 1970), è stato un pittore statunitense, spesso classificato come espressionista astratto. La sua prima esposizione risale al 1928 presso una collettiva alle Opportunity Galleries di New York. Negli anni seguenti allacciò una profonda amicizia con altri grandi artisti del calibro di Milton Avery e Adolf Gottlieb. Nel 1933 tornò a Portland per organizzare la sua prima personale, a cui seguì lo stesso anno un'altra personale a New York, presso la Contemporary Arts Gallery.

“Una chiara consapevolezza della morte. Tutta l’arte è in rapporto con la morte. Sensualità. Indispensabile per rappresentare il mondo concreto. Tensione, ossia conflitti o desideri che nell’arte sono dominati nel momento stesso in cui si manifestano.
Ironia, un ingrediente moderno (i greci non ne avevano bisogno). Una forma di cancellazione di sé, e al tempo stesso di autoanalisi, con cui l’uomo può, almeno per un istante, sfuggire al proprio destino. Arguzia, umorismo. Qualche grammo di "effimero" e qualche grammo di "casuale", un dieci per cento di "speranza" … Solo se ne avete bisogno; i greci non ne avevano. Dipingo quadri di grandi dimensioni perché desidero creare una situazione di intimità. Un quadro di grandi dimensioni provoca una transazione immediata che ingloba l’osservatore al suo interno.“ [Mark Rothko cit.]





Il suo lavoro si concentrò sulle emozioni di base, spesso riempendo grandi tele di canapa con pochi colori intensi e solo piccoli dettagli immediatamente comprensibili. Per questo può anche essere considerato precursore dei pittori color field. È infatti tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta che sviluppa il suo stile della maturità. Luminosi rettangoli colorati sembrano stagliarsi sulla tela librandosi al di sopra della sua superficie, come in Number 10. Fisicamente logorato e dopo una vita segnata dalla depressione, nel primissimo mattino del 25 febbraio 1970 si suicidò nel suo studio di New York, recidendosi le vene e l'arteria del braccio destro ed intossicandosi con due flaconi di idrato di cloralio. Il corpo venne rinvenuto dall'assistente Oliver Steindecker alle nove del mattino, che lo trovò in una pozza di sangue di fronte al lavandino e con accanto una lama da rasoio a doppio taglio; vennero poi subito contattati lo psichiatra dell'artista ed il suo cardiologo, il quale, dopo aver esaminato il cadavere, ritenne che fosse deceduto da almeno sei-otto ore.

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