Roberto Grossi
Se la popolazione comunque dà segnali positivi, non accade lo stesso dalla società: il bilancio del Mibact rappresenta ancora solo lo 0,13% del PIL, le erogazioni liberali diminuiscono del 19% e gli interventi delle fondazioni bancarie del 12%. Sono in difficoltà anche le aziende culturali: tra 2008 e 2014 sono diminuiti del 28,3% i contributi pubblici e del 24,1% quelli privati ed è di conseguenza calata la produzione del 7,5%. Il dato su spesa e la fruizione culturale è però incoraggiante: nel 2014 tutti gli indicatori sono positivi, residenti e turisti tornano ad apprezzare l’offerta culturale di città e territori nostrani, e la spesa delle famiglie italiane per cultura e ricreazione è stata pari a 66,1 miliardi di euro, circa 1,4 miliardi in più rispetto al 2013 (+2%) quando si era registrato un calo del 5% sul 2012 e del 10% sul 2011. Sensibili discrepanze a livello geografico: la spesa familiare media mensile in cultura per Regione, per esempio, nel 2013 è stata di 165,15 euro in Trentino Alto Adige, di 35 euro in Sicilia. Cultura e turismo: in un generale andamento positivo per il turismo mondiale, +4,7% gli arrivi internazionali, l’Italia cresce ma ad un ritmo inferiore rispetto ai principali competitor. L’incremento dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese è stato, infatti, del 2,2%, la metà della crescita turistica in Europa pari al 4,5%.
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