martedì 22 dicembre 2015

Compleanni: il 22 dicembre 1960 nasceva Jean Michel Basquiat

Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklyn, New York, il 22 dicembre 1960, da Gerard, haitiano, e Matilde, di origini portoricane. Sin da piccolo Basquiat mostra interesse per l'arte, spinto dalla madre che lo accompagna in giro per i musei di New York. Nel 1976 si iscrive alla "City as A School", istituto sperimentale per ragazzi talentuosi che però trovano difficoltà nelle scuole tradizionali. A 17 anni assieme al suo amico Al Diaz prova per la prima volta l'LSD, e comincia a riempire le strade di Manhattan di graffiti, firmandosi SAMO, acronimo per Same Ol' Shit (la solita vecchia merda).





Nel 1978 il settimanale gratuito Village Voice dedica un articolo alle opere di SAMO. Lo stesso anno Basquiat lascia la scuola e la casa paterna, mantenendosi con la vendita di magliette e cartoline per strada. Per molto tempo dorme in un cartone in un parco di New York. Lo stesso anno incontra Andy Warhol in un ristorante di Soho, al quale vende una cartolina per un dollaro, senza suscitare però troppo interesse nel famoso artista.

Nel giro di poco tempo, ottiene un discreto successo negli ambienti culturali dell'Est Village, grazie alle ripetute apparizioni televisive al programma TV Party di Glenn O'Brien. Due anni dopo si unisce alla band anche Vincent Gallo, musicista e attore di successo. Basquiat appare anche nel documentario Downtown 81, sempre di Glen O'Brien, che uscirà nelle sale cinematografiche solo nel 2001.

La carriera di Basquiat comincia a decollare, come musicista e soprattutto come artista. Nel 1980 partecipa all'esposizione collettiva The Times Square Show, organizzata dal COLAB (Collaborative Projects Incorporated, collettivo di giovani pittori newyorchesi). Nel 1981 partecipa alla retrospettiva New York/New Wave, insieme ad altri artisti come Robert Mapplethorpe e Keith Haring. Nello stesso anno Rene Ricard, poeta e famoso critico, pubblica su Artforum magazine un articolo su di lui, intitolato "The Radiant Child" (letteralmente, Il figlio raggiante).

Basquiat espone le proprie opere nelle più importanti gallerie, entrando in contatto con i famosi artisti che irrompono sulla scena newyorchese di quegli anni, come Francesco Clemente, David Salle e Julian Schnabel. Nell'autunno del 1982 ha una relazione con una giovane cantante italoamericana, all'epoca ancora sconosciuta, di nome Madonna. Nello stesso periodo entra nella Factory di Andy Warhol.

La conoscenza di Warhol influisce profondamente sulle opere di Basquiat; i due infatti intraprendono una proficua collaborazione, tanto che allestiscono assieme una mostra il cui manifesto li ritrae come protagonisti di un incontro di boxe. Intanto il giovane pittore di origini haitiane inizia ad esporre, oltre che a New York, in tutte le capitali mondiali, come la Galerie Bischofberger di Zurigo, la Delta di Rotterdam, la Kestner Gesellschaft di Hannover, o la Akira Ikeda di Tokio. Il 10 febbraio 1985 il New York Times Magazine gli dedica la copertina, con il titolo: "New Art, New Money: The Making of an American Artist" (Arte nuova, nuovi soldi, la nascita di un artista americano), consacrandolo come astro nascente della pittura statunitense.

Basquiat però è un personaggio oscuro, incapace di bilanciare il successo artistico con i propri demoni interiori. Sin da giovane aveva sempre fatto uso di droghe, ma, a quanto scrive la biografa Phoebe Hoban, dopo la morte di Warhol, nel 1987, diventa sempre più depresso e paranoico. Tanto che il 12 agosto 1988, a soli 27 anni, muore nel suo loft newyorkese per un mix di cocaina ed eroina (in slang, speedball).

In uno degli ultimi appunti prima della morte lascia una riflessione proprio sul successo: "Da quando avevo 17 anni, ho sempre pensato che sarei diventato una star. Dovrei pensare ai miei eroi, Charlie Parker, Jimi Hendrix? avevo un'idea romantica di come le persone diventassero famose".

Non ascolto ciò che dicono i critici d'arte. Non conosco nessuno che ha bisogno di un critico per capire cos'è l'arte. [Jean-Michel Basquiat]

Cancello le parole in modo che le si possano notare. Il fatto che siano oscure spinge a volerle leggere ancora di più. [Jean-Michel Basquiat]

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